Guida al Windsurf - Complimenti e auguri al nuovo direttore editoriale di Windsurf Italia

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Complimenti al nuovo direttore editoriale di Windsurf Italia



[12/08/2010]

Ho riletto quasi due anni dopo il mio editoriale sulle tavole multipinna, e trovo che ad un lettore poco attento, il j'accuse potrebbe sembrare rivolto non tanto ad una visione del mercato delle tavole (o più precisamente, al modo di fare marketing) come in effetti volevo che fosse, ma all'articolo di Windsurf Italia da cui avevo tratto ispirazione. Be', non è affatto così: quella rivista ha subito molte vicissitudini da cui sta in fretta riprendendosi col risultato che ne trovo piu' piacevole e interessante la lettura adesso che non dieci anni fa. Va da sè che gli articoli di Ezio, come quello in questione, sono proprio il pezzo forte: racconta la pratica del windsurf partendo da considerazioni di tipo naturale, con uno sguardo anche alla fisica e all'esecuzione del gesto che ne rendono spontanea la messa in pratica in acqua, perchè non di rado spiegano cosa c'è dietro a un determinato approccio, elemento ben più utile di sequenze infinite di foto che possono solo essere imitate senza sapere come; nel numero di luglio Ezio ci spiega come fare i salti col windsurf e lo fa partendo dai salti di un uomo a corpo libero sulla terra ferma. Sebbene personalmente non sia un fenomeno, ho alle spalle quasi vent'anni di funboard (freeride soprattutto) quindi sui semplici salti credevo di essere a buon punto, ma quando ho messo in pratica i consigli di Ezio in Grecia (Naxos ormai è la nostra seconda casa) non solo salto il triplo di prima come altezza e tempo di volo, ma il godimento e la gioia sono aumentate di n volte perchè anche quel minimo di angoscia in mente per l'imprevisto sono scomparsi per lasciare spazio a una fluidità di manovra che invidiavo ai più bravi credendo - erroneamente - che fossero in primis incoscienti e in secundis dotati di tecnica.
Quando poi Ezio si occupa dell'analisi tecnica delle attrezzature, cerca di farlo per voce di chi le progetta e le costruisce, senza piaggeria alcuna verso le ditte e non di rado conludendo con frasi il cui succo è: "noi abbiamo chiamato tutte le aziende; ci dispiace per quelle che non ci hanno risposto". Recentemente ha affrontato il tema della costruzione delle vele in cui i migliori velai del pianeta spiegavano - con grado di generosità differente fra loro - perchè l'albero si flette, a cosa serve, chi tiene in piedi la vela e quindi, quasi per la prima volta, anche un domenicale qualunque è stato in grado di capire PERCHE' cazzando il caricabasso la vela si scarica, PERCHE' la bugna troppo tesa già a terra puo' mettere a repentaglio la vostra vela. Siccome si sfrutta al massimo una cosa solo sapendo come funziona, credo che per molti sia stata una illuminazione.
In un sistema-paese dove la meritocrazia costituisce eccezione, il piacere di questa bella novità è tutt'altro che trascurabile.
Auguri da Simone e Caterina, instancabili lettori di W.I.

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